I messaggi di piazza Alimonda e la nascita di un luogo di identità collettiva

Agende, disegni, messaggi scritti su sacchetti del pane, pacchetti di sigarette, tovaglioli di carta, biglietti del treno.Dal 20 luglio 2001 a Genova la cancellata di piazza Alimonda è diventata luogo di memoria collettiva, spazio dove i fatti che portarono all’uccisione di Carlo Giuliani sono rimasti impigliati e continuano a echeggiare.Persone di ogni età e condizione, la maggioranza delle quali non ha mai conosciuto Carlo, hanno sentito il bisogno di lasciare una traccia del loro passaggio e delle emozioni sperimentate: messaggi di madri e diari di adolescenti, incoraggiamenti alla resistenza, pensieri di scoramento e di commozione, riflessioni di ex-militanti e genitori che aggiungono poche righe in calce al disegno di un bambino, ma anche santini di padre Pio, cd musicali, cartoline spedite a Carlo in “piazza Carlo Giuliani ragazzo” e consegnate dal postino sulla cancellata.

Oggi la cancellata è stata “bonificata” e i messaggi non ci sono più.
L'”Archivio ligure della scrittura popolare” li ha raccolti e salvati dalla distruzione. Ne abbiamo fatto un libro perché siamo convinti che il gesto di scrivere i propri pensieri e andarli a mettere in una piazza pubblica, fatta di asfalto e persone, dica di una passione per la democrazia che è un crimine cancellare.

L’editore “Terre di mezzo” ne ha pubblicato una selezione.
I messaggi sono organizzati in cinque sezioni: parole da toccare (messaggi lasciati sui supporti materici più diversi), itinerari (messaggi scritti su biglietti del treno, testimonianze di un “pellegrinaggio laico” alla piazza), appartenenze (messaggi che riferiscono a reti, associazioni, fedi), generazioni (messaggi di madri, padri, bambini), emozioni (agende di adolescenti, quaderni collettivi).

Con i contributi dell’antropologo Marco Aime, del linguista Lorenzo Coveri, della sociologa Donatella Della Porta e dello storico Antonio Gibelli.
Curatori: Fabio Caffarena, Carlo Stiaccini.
Il libro è stato realizzato col contributo di Arci Liguria, Cgil e del Dipartimento di storia contemporanea dell’Università di Genova.

Nelle librerie: 160 pagine a colori, 12 euro.
TERRE DI MEZZO EDITORE Piazza Napoli 30/6, 20146 Milano – tel/fax 02-48.95.30.31 – www.terre.it

» Leggi un estratto del libro: “Fragili, resistenti”

Fragili, Resistenti

Questo libro unisce generosità diverse. È impossibile in poche parole ricordarle tutte: noi siamo particolarmente grati a chi l’ha pensato, voluto, costruito.
I diritti d’autore saranno devoluti all’associazione “Kufia onlus”, associazione nata in Italia nel 2002 con il doppio obiettivo di promuovere la cultura palestinese nelle sue diverse forme di espressione e di sostenere concretamente attraverso la cultura il riconoscimento dei diritti storici del popolo palestinese. Kufia sta costruendo progetti di pace nella Palestina occupata, particolarmente cara a Carlo, per la realizzazione di una scuola popolare di musica nei pressi di Ramallah.

La scuola sarà un luogo di incontro tra persone simili e diverse, per stimolare la conoscenza e il rispetto e tentare di rispondere con il dialogo ai pregiudizi, con la civiltà della pace all’inciviltà della guerra. Per guardare al futuro continuando a costruire insieme un patrimonio di storia vissuta e sofferta dagli israeliani e dai palestinesi.
Conservare e vivificare questa tradizione significa dare continuità a un’evoluzione che rischia di interrompersi, valorizzare il legame con le generazioni precedenti che fortifica i più giovani e li sottrae alla disperazione, che è sempre una cattiva compagna e una pessima consigliera, utilizzare la musica come linguaggio universale per dare una risposta attiva a chi vuole fomentare i conflitti tra civiltà e religioni.
In un mondo in cui la grandezza di uno stato si misura in termini di forza militare e potere economico e la parola “popolo” è caduta in disuso, contrapporre una piccola scuola di musica a un esercito potente e aggressivo può sembrare un¹utopia. Eppure, i suoni che dal cuore di Ramallah arriveranno fino al muro di cemento, poche centinaia di metri più in là, hanno un insospettabile potere di erosione.

Comitato Piazza Carlo Giuliani

Liberazione – “Carlo, cioè?” prima pagina

Liberazione – “Carlo, cioè?” seconda pagina