Grazie.
A chi c’era, a chi ci ha messo il corpo, la voce, le lacrime, il canto.
A chi ha portato un fiore, un cartello, un ricordo.
A chi è tornato ogni anno, e a chi è venuto per la prima volta.
Grazie a chi ha trasformato il dolore in presenza, la rabbia in memoria viva.
Per Carlo, che non smette di camminarci accanto.
Per le idee che non moriranno mai.
Per il sogno di un altro mondo possibile, che ancora ci scorre nelle vene.
Per ogni pugno alzato che dice “ci siamo”,
per ogni voce che sfida il silenzio che ci vorrebbero imporre, per ogni intervento sul palco che è un piccolo spazio che sa essere intero mondo.
In Piazza Carlo Giuliani ragazzo, ex Piazza Alimonda,
c’era una moltitudine.
Fatta di battiti, passi, abbracci, applausi,
di generazioni diverse ma ugualmente coinvolte.
Una moltitudine che non dimentica, perché ricordare non è fermarsi al passato, ma prendersi per mano nel presente, e trovare insieme la forza di andare avanti.
Non vogliamo una memoria di cera, ma una memoria che scotta, che infiamma le coscienze, che commuove, che smuove. Una memoria che canta, grida, abbraccia.
Che tiene Carlo vivo con noi.
Questa piazza è il nostro altare laico, la nostra scuola di libertà, il nostro specchio rotto che riflette un mondo infranto ma sa rimettere insieme i pezzi.
Grazie.
A chi ogni anno riapre questa ferita, non per compiangersi, ma per impedire che si chiuda nell’indifferenza, per fare in modo che in essa possa entrare e rinnovarsi la speranza.
Grazie a chi sceglie di esserci, di dire ancora una volta, insieme: non è finita.
Non ci avete spenti. Non ci avrete vinti.
Lo dobbiamo a Carlo.
Un altro mondo è possibile.
E noi ci crediamo davvero.
Con tutto il cuore.
Con tutta la rabbia.
Con tutta la speranza che abbiamo.
Sempre per Carlo.
Sempre insieme.
Comitato Piazza Carlo Giuliani odv