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Il progetto I Volti e le Voci – Fonti orali in Valsusa

http://www.controsservatoriovalsusa.org/tracce-no-tav/i-volti-e-le-voci

Storie che partono da lontano, storie diverse che si incontrano.
La dimensione popolare del movimento no tav emerge con evidenza dai volti, dalle voci e dai racconti dei militanti, l’adesione al movimento è in continuità con il vissuto precedente. Racconti autobiografici che partono spesso da ricordi dell’infanzia, dalla formazione scolastica, da precedenti esperienze di impegno nel sociale. E non di rado sono presenti richiami alla Resistenza al nazifascismo e alla lotta partigiana.

Contesto
Il progetto si inserisce nelle attività del Centro di documentazione Emilio Tornior nato nel
2018 e curato dal Controsservatorio Valsusa (http://www.controsservatoriovalsusa.org)
Il centro di documentazione presenta al pubblico un archivio online liberamente accessibile
(www.traccenotav.org) all’interno del quale è stata aperta (luglio 2021) la nuova sezione “I
volti e le voci”

Obiettivo
Il progetto intende mettere in risalto la dimensione popolare del movimento notav utilizzando
racconti autobiografici di militanti di base raccolti in audio e video.
Il tentativo è quello di restituire anche la dimensione umana di una lotta popolare attraverso
racconti che partono dal vissuto precedente di ognuno, spesso da ricordi dell’infanzia, dalla
formazione scolastica, da precedenti esperienze di impegno nel sociale. E non di rado sono
presenti richiami alla Resistenza al nazifascismo e alla lotta partigiana.

Descrizione
Sono essenzialmente due le immagini del movimento No Tav che vengono percepite da chi
non partecipa direttamente alla lotta trentennale in Val di Susa: quella che il movimento
stesso dà di sé e quella proposta dei grandi organi di informazione. Quest’ultima, salvo
rarissime e occasionali eccezioni, non nega esplicitamente le dimensioni di massa del
movimento ma tende a concentrarsi su altri aspetti che mettono decisamente in ombra tale
dimensione.
Il movimento No Tav viceversa mette l’accento sulla dimensione popolare ma ciò che
emerge da questa immagine è quasi sempre il dato quantitativo e si perde la ricchezza delle
relazioni tra le persone, le passioni che animano i militanti, i momenti di convivialità, la
capacità di dialogo tra generazioni diverse, la capacità di ascolto e di confronto… e tanto
altro ancora.
Nei racconti autobiografici questi aspetti emergono con forza dalle parole, dai silenzi, dai
ritmi, dalle espressioni dei volti che spesso dicono di più delle parole.
La militanza notav non è quasi mai il punto di partenza ma un approdo; anche per le persone
molto anziane lo sguardo non è mai rivolto soltanto al passato, al contrario emerge una
grande capacità di attualizzare ricordi antichi guardando al domani.
La militanza nel movimento notav è insomma un punto di arrivo e per molti anche
l’occasione per scoprire nuovi interessi e nuove occasioni di impegno.
La dimensione collettiva di una lotta popolare non viene persa nei singoli racconti: al
contrario viene valorizzata dalla passione che anima le singole persone, dalla forza che
emanano i racconti, dalla dolcezza dei volti, dall’intensità degli sguardi.

Tempi e metodologie
La raccolta delle testimonianze è iniziata nei primi mesi del 2020, si è interrotta nei mesi
successivi a causa delle restrizioni covid, ed è poi ripresa. Al momento sono dodici le
testimonianze raccolte e presentate in tracceno t av.org nella sezione “I volti e le voci”
A luglio 2021 è stata fatta una presentazione pubblica in un teatro della Val di Susa: è stata
anche l’occasione per offrire un feedback “collettivo” a coloro che sono stati coinvolti nelle
prime interviste.
Il lavoro è stato anche presentato alla XIII edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani
di Napoli.
Le testimonianze vengono raccolte tra i militanti di base che vivono in Val di Susa prestando
attenzione a comprendere i diversi orientamenti ideologici, le diverse aree e articolazioni del
movimento, la diversa distribuzione geografica nei comuni della valle e le diverse età
anagrafiche.
Nella prima fase sono state privilegiate in genere persone anziane ma è previsto di
coinvolgere anche giovani o giovanissimi.
Sulla base di una traccia comune, di volta in volta adattata alle situazioni specifiche,
vengono proposte una serie di domande lasciando ampio spazio alle risposte e alle
divagazioni anche quando queste prendono il sopravvento.
Tra intervistato e intervistatore il rapporto è di massima fiducia costruita sulla base di una
militanza comune; viene posta attenzione al posizionamento dell’attrezzatura audio e video
affinché interferisca il meno possibile.
Gli intervistati firmano una liberatoria in cui si autorizza l’uso della loro testimonianza per
finalità che rispondono agli obiettivi della ricerca e previa autorizzazione del
Controsservatorio Val Susa.

Presentazione del materiale raccolto
Il materiale audio/video viene conservato integralmente, ne viene fatta una trascrizione.
Nell’archivio online viene proposto un montaggio costruito in modo che risulti un racconto
piuttosto che un’intervista. Si tratta di un estratto in cui viene posta attenzione a rispettare gli
equilibri del racconto.
Laddove possibile si tenta di omogeneizzare e contenere le diverse durate ma l’obiettivo
viene abbandonato laddove rischia di produrre involontarie censure. Ai video proposti viene
affiancata una breve scheda.

Collaborazioni
Al momento è in atto una collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di
Anghiari.
Hanno espresso sostegno al progetto: la Fondazione Nuto Revelli, la Libera Università di
Anghiari, il Valsusa Filmfest, Il Centro Studi Sereno Regis, Pro Natura Torino, l’associazione
Volere la luna.
Alla presentazione del Centro di Documentazione Emilio Tornior aveva partecipato Nicola
Maranesi dell’Archivio Diaristico di Pieve S.Stefano