C’era una volta
un povero lupacchiotto,
che portava alla nonna
la cena in un fagotto.
E in mezzo al bosco
dov’è più fosco
incappò nel terribile
Cappuccetto Rosso,
armato di trombone
come il brigante Gasparone.
Quel che successe poi,
indovinatelo voi…

Qualche volta le favole succedono all’incontrario e fanno ridere. Come ci insegnava Gianni Rodari, però, il mondo alla rovescia non è solo una favola, è la realtà in cui viviamo, e allora è un disastro. Perché nel mondo alla rovescia può accadere di tutto…

Accade che ad una anziana insegnante, mentre esercita il diritto al dissenso sancito dalla nostra Costituzione, venga rotto il naso da un colpo di casco, arma impropria utilizzata da un poliziotto che avrebbe dovuto garantire l’incolumità della professoressa e di tutti i manifestanti presenti.

Succede infatti che Polizia e Arma dei carabinieri, invece di tutelare i diritti della cittadinanza, facciano i cani da guardia a Lorsignori, ai loro grandi interessi  economici, che non sono davvero gli interessi della suddetta cittadinanza.

Accade inoltre che alcuni Magistrati si accaniscano contro la stessa cittadinanza, condannando le vittime, archiviando pervicacemente i violenti in divisa, assolvendo chi ferisce e regalando anni di reclusione per “uso di megafono”.

Per non parlare dei molti giornali che non informano correttamente oppure preferiscono ignorare quello che accade in una certa Valle (è solo un esempio tra i tanti). Uno dei compiti fondamentali del giornalismo è quello di controllare e criticare il potere. Scriveva Joseph Pulitzer:  «Un’opinione pubblica bene informata è la nostra corte suprema. Perché a essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l’indifferenza popolare o gli errori del governo; una stampa onesta è lo strumento efficace di un simile appello». Nel mondo alla rovescia la stampa onesta è davvero poco diffusa…

Nel mondo alla rovescia accade che il Primo Ministro si comporti peggio dell’ultimo dei bugiardi, firmando insieme al collega francese un trattato di cooperazione che prevede il ripristino dell’energia nucleare bocciato per ben due volte in due diverse consultazioni popolari.

E che decine di agenti della Digos blocchino una strada statale con le camionette, scavalchino di soppiatto un recinto, per afferrare nella sua casa… chi? Un pericoloso boss mafioso? No, un uomo profondamente buono e generoso, già condannato ai domiciliari per aver aiutato il prossimo in grave difficoltà; un uomo che aspettava tranquillamente gli agenti in compagnia degli amici e delle compagne che hanno sopportato giorno e notte il vento freddo dell’inverno per non lasciarlo solo.

Un uomo profondamente buono e generoso, ripeto. E sereno, perché sa di essere nel giusto. Sorridente e  ironico. Anni fa ho ricevuto da lui la tessera n°1 (di molte,  tutte n°1 per non fare torto a nessuno) del NPA.

Nucleo Proletari Armati! esclamerà subito qualche lettore del quotidiano la Repubblica. No, tranquilli. La tessera  dice: Nucleo Pintoni Attivi, fino all’ultima battaglia, fino all’ultima bottiglia… di buon vino valsusino, naturalmente.

Caro Emilio, anche quella che ti porterà in Francia è una “via dell’aceto”. Non ho paura per te, ti conosco, so che sei di animo forte.

Ho paura per noi senza di te.

Haidi Gaggio Giuliani

02.12.21