La letterina a quest’annata maligna.
(per niente) caro 2020,
FINALMENTE siamo arrivati al tuo epilogo. Per colpa tua e del fottutissimo virus che ci hai scatenato contro, il mondo è addirittura più cattivo di prima. Non possiamo più né stringerci la mano né abbracciarci. Persino quando sotto le mascherine sorridiamo gli occhi si assottigliano modellando equivoci sguardi assassini. Ho dovuto rinunciare al mio hobby preferito: fermarmi a chiacchierare per strada con chiunque. In compenso è contenta mia figlia che prima della pandemia, uscendo con me, non poteva godersi in pace la passeggiata col suo papà. Comunque, se io dovessi pensare solo a me stesso, se cioè volessi tracciare un bilancio di quest’annata, quindi su di te in rapporto alla mia persona, ti direi che per me non è andata male. Rallentare il mio ritmo di vita e ridurre i consumi non mi hanno nociuto. Anzi, ho potuto studiare, scrivere, dedicarmi ai miei affetti. Ma siccome per me il pianeta non è abitato da tanti individui replicanti Claudio, bensì è un ingranaggio variegato e collettivo di cui amo essere parte, mi lasciano sgomento le privazioni, le sofferenze e i lutti che hai provocato a milioni di persone. Eppure, per una sola cosa ti sono grato, dannato 2020: hai avuto il potere di far emergere l’amicizia vera, fatta di silenzi e sguardi piuttosto che di gesti e parole. Confinati davanti a monitor e display, quasi fossero bottiglie di vino tracannate in solitudine, ognuno di noi ha lasciato emergere allo scoperto la sua intima essenza, ha dovuto “sviluppare la propria legittima stranezza”. Ecco, annata viscida e maligna, anche per merito tuo s’è capito chi sono i veri amici e le vere amiche, molti dei quali continuo a chiamare compagni e compagne.
Ora che tu finisci e lasci spazio al 2021, entriamo nel ventesimo anniversario della morte di uno di loro. Era un compagno, un ragazzo, e si chiamava Carlo Giuliani. È stato ammazzato dallo stesso Stato che oggi chiede (giustamente) all’Egitto di poter processare gli 007 che hanno ucciso Giulio Regeni, ma non ha mai voluto punire i propri agenti segreti per aver commesso stragi e altri crimini feroci.
Venti anni fa Carlo Giuliani lottò per un mondo più giusto, libero, degno e meno inquinato. Lui, io, altri milioni di persone, chiedevamo anche l’abolizione dei brevetti su farmaci e vaccini. La storia è una monellaccia che pare sparire ma poi si riaffaccia. Quest’anno l’umanità dovrà vaccinarsi in massa, se vorrà uscire dall’incubo pandemico.
Ma siccome alle nostre domande i poteri costituiti risposero a suon di pallottole, torture, processi e galera, oggi il monopolio sui brevetti dei farmaci e vaccini rimane saldo nelle mani della parte ricca e potente del pianeta. Sappiamo già che nei Paesi poveri sarà vaccinata soltanto una persona su 10. Così per debellare il coronavirus forse non basterà il 2021, ma nemmeno gli anni successivi, perché se in tempi relativamente brevi non si vaccinerà almeno il 70% della popolazione mondiale, il contagio potrebbe tornare ciclicamente a tormentare non solo i poveri, ma anche noialtri che “ci fingevamo sani in un mondo malato”.
Cosa augurarci, allora? Che tante e tanti nuovi Carlo fioriscano nelle nostre scuole, università e quartieri. Che abbiano sorte diversa da quella tragica che interruppe il cammino del nostro giovane compagno in un torrido giorno di luglio del 2001 a Genova. E che pure questi ragazzi e ragazze, come Carlo, oltre a ribellarsi, studino, inventino linguaggi nuovi per porre domande al mondo e a se stessi. La storia a volte torna a porre domande.
Tu però non tornare più, duemilave’. Il mondo era già abbastanza ingiusto, diseguale e prigioniero del denaro, anche prima di te. Che il viaggio non ti sia lieve nell’infinito dello spaziotempo.
da http://www.osservatoriorepressione.info/niente-caro-2020/