15-17 luglio 2001

Finte facciate a coprire i vecchi edifici che si affacciano sul percorso dei G8 verso Palazzo Ducale.
Limoni finti sugli alberelli che decorano Piazza Matteotti.
Divieto di stendere i panni alle finestre.
300.000 uomini delle forze dell’ordine, polizia, carabinieri, guardia di finanza, servizi segreti, dotati di un armamento eccezionale per l’occasione: caschi integrali, fondine ad estrazione rapida, manganelli Tonfa, lacrimogeni al gas CS, idranti urticanti, blindati, carri armati…
I tombini sigillati.
I cancelli e le grate di ferro a chiudere la zona rossa.
I pass agli abitanti per poter tornare a casa loro, la sera.
I controlli e le perquisizioni, anche di notte, nelle case dei cittadini.
E poi: i negozi blindati.
Le colonne di container a chiudere l’accesso a diverse zone della città.
8 Presidenti di altrettanti paesi in riunione a Palazzo Ducale, in Genova.
8 Presidenti a decidere le sorti di tutti i Paesi del Mondo.
200 bare.
8 docce di decontaminazione all’Ospedale San Martino.
Missili e mine anti-sottomarino in porto.
Blocco aereo.
I cittadini invitati ad abbandonare la città: “i manifestanti lanceranno palloncini di sangue infetto”, recitano i giornali.
Sospeso il trattato di Shenghen (che prevede la libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea all’interno dei paesi membri).
Elicotteri in costante volo sulla città.

Mercoledì 18 luglio.
Grande concerto di Manu Chao in Piazzale Kennedy: oltre 20 mila persone.
Carlo partecipa al concerto.

Giovedì 19 luglio.
Manifestazione di 50.000 persone per difendere i diritti dei migranti.
Palloncini colorati, trombe e tamburi, bandiere, striscioni, slogan, travestimenti buffi e ironici, canti e balli.
Un corteo lungo un giorno.
Carlo partecipa alla manifestazione e lo racconta ai familiari.

Da alcuni quotidiani…

Genovesi “prigionieri” per amor di sicurezza

Barriere metalliche alte ben cinque metri sbarreranno i vicoli del centro storico genovese. I “caruggi” saranno murati a partire dal 15 luglio nel tentativo di garantire che il vertice si svolga in sicurezza. In una lettera aperta indirizzata agli Enti locali e al Ministero dei beni Culturali, i consiglieri comunali di Rifondazione Comunista chiedono di scongiurare lo “scempio”.
“Le reti – dicono – verranno saldate tra loro e al muro e verranno impiegati chiodi di notevole grandezza che avranno un impatto devastante sulle pareti degli edifici. Oltre all’effetto provocatorio di un tale intervento che aumenterà la consistenza di gruppi che intendono violare la zona rossa, e alla violenza che subiranno migliaia di genovesi, di fatto murati nelle loro abitazioni, non è trascurabile il danno sui palazzi che compongono il centro storico genovese. Si auspica che venga risparmiato l’affronto delle reti metalliche”. (Il Corriere)

Vietata la strada ai clochard

Sfrattati anche dalle strade: i clochard che vivono nel centro storico, in particolare nel bunker della zona rossa, saranno invitati a trascorrere i giorni del summit in adeguate strutture di accoglienza. Lo ha comunicato l’assessore alla Città solidale Rossetti il 26 giugno. Pare tuttavia che i senza tetto non abbiano alcuna voglia di sloggiare, forse contenti di potersi godere per una volta lo spettacolo in prima fila. Inizia dunque l’opera di sensibilizzazione e persuasione da parte di associazioni e servizi sociali. (27 giugno, Corriere Mercantile)

Manifestanti da adottare

Altro che averne paura, i manifestanti vanno adottati! Questo l’appello lanciato dal Genoa Social Forum ai cittadini genovesi. “Aprite la vostra casa a chi sarà qui nei giorni del summit” chiedono infatti gli organizzatori delle manifestazioni anti-g8. Cento famiglie l’hanno già fatto a maggio, quando ospitarono i delegati delle riunioni preliminari, e sono soddisfatti dell’esperienza, in genere caratterizzata da allegria, spaghettate e infervorate discussioni politiche (27 giugno, Il Corriere della Sera).

E per i detenuti vacanze forzate

Anche per i carcerati sono previste misure straordinarie: tutti in vacanza, lontani dalle proprie celle per una settimana. La decisione di mandare in ferie i carcerati (tutti quelli in semilibertà) è stata del tribunale di sorveglianza. I maligni hanno subito pensato che si trattasse di una misura per liberare posti letto nelle celle in vista dei possibili arresti. Non è così, perché gli eventuali arrestati verranno immediatamente trasferiti fuori regione. Il vero motivo è squisitamente pratico: i carcerati in semilibertà hanno l’obbligo di tornare in carcere a orari ben precisi per trascorrere la notte. Per via dei blocchi al traffico e altri intoppi, nei giorni del g8 potrebbe essere difficile raggiungere il penitenziario. Dal momento che un ritardo potrebbe costare una denuncia per evasione e il ritiro immediato del permesso di semilibertà, meglio non rischiare, né imporre misure più restrittive – cioè la sospensione della semilibertà – e mandare in ferie i detenuti (26 giugno, Il Secolo XIX).

Armi improprie

All’inizio si parlava solo di pesce marcio: i manifestanti anti-g8, dicevano i giornali (7 maggio, Corriere Mercantile), arriveranno a Genova con carichi di letame e pesce non proprio freschissimo, li sistemeranno su catapulte, e come dei novelli guerrieri medievali, daranno l’assedio al fortino della zona rossa. Col rischio che sul piatto d’argento del brunch, Bush possa trovare qualcosa di più del solo caviale. Secondo i servizi segreti, era previsto che agricoltori spagnoli e baschi usassero del verderame: rigorosamente ecologico e solidale, niente anticrittogamici, e dunque innocuo. Nel giro di poche settimane, però, gli insetticidi verdi diventano gas-nervino: è quanto ipotizza il senatore Enrico Jacchia (22 maggio, Corriere Mercantile), che prefigura scenari di guerra chimica, in cui siano utilizzati, dai gruppi terroristici, anche alcuni grammi del famigerato e letale gas. “Non voglio creare inutili allarmismi” ha concluso il senatore.

Il pericolo viene dal basso

Il pericolo non viene solo dal cielo, con catapulte, aerei telecomandati e spruzzi di gas nervino, ma anche dal sottosuolo genovese. Così sostiene lo speleologo Bixio di Genova (25 maggio, Il Secolo XIX), che spiega alla stampa come sia possibile usare le gallerie e i canali sotterranei della Superba per arrivare direttamente sotto Palazzo Ducale, magari in canotto. In questo caso il presidente americano dovrebbe guardarsi non dalle finestre aperte – da cui potrebbero arrivare pesci-volanti (vedi sopra) – bensì dai bagni, onde evitare spiacevoli sorprese nei momenti critici.
Forse in risposta a questi avvertimenti, le autorità genovesi hanno in seguito provveduto a saldare i tombini, oltre che a presidiare la rete fognaria con gruppi di agenti (22 giugno, Il Corriere Sera). Contemporaneamente, a dimostrazione delle innumerevoli possibilità di infiltrazioni dal sottosuolo, esce la notizia di un’invasione di “pantegane” a Palazzo Ducale. Le pantegane, o rattus norvegicus, sono i tipici topi di fogna genovesi, di dimensioni feline, che, disturbati dai lavori stradali di preparazione al vertice, sono riapparsi in superficie proprio nel palazzo designato ad ospitare gli incontri degli Otto. Il Comune di Genova è corso ai ripari con una “derattizzazione straordinaria” (22 giugno, Il Corriere Sera).

Largo all’obitorio, no ai matrimoni, sì ai funerali

Il piano d’emergenza della Regione Liguria per il g8 prevede, tra le misure straordinarie, un locale refrigerato di 500 metri quadrati . Per farne cosa? Un obitorio. Proprio così. E non è tutto: sono previste anche 200 body bags, i sacchi da morto stile reduci del Vietnam. “E’ una richiesta logica. Si valuta la possibilità di intervenire anche con le armi di fronte alle bande di criminali violenti” commenta il sacerdote Gianni Baget Bozzo (20 giugno, Il Manifesto).
“200 bare? E’ la prassi” aggiunge l’assessore comunale ai servizi civili Basso. Si tratterebbe infatti di richieste usuali, predisposte sempre per situazioni di forte concentrazione di persone. In quanto all’obitorio, il g8 sarebbe solo una buona occasione per inaugurarlo, scherza l’assessore (21 giugno, Corriere Mercantile).
D’altra parte i funerali saranno le uniche cerimonie a essere consentite nei giorni del vertice, a patto che siano blindati, cioè scortati e autorizzati. I matrimoni, invece, saranno sospesi.

I percorsi segreti della spazzatura

Piano speciale di intervento anche per l’Amiu. L’Azienda municipalizzata di igiene urbana eliminerà infatti dalla zona rossa tutti i cassonetti e i cestini, pubblici e privati. La spazzatura dovrà essere depositata dai residenti dentro i portoni, e verrà prelevata dal personale Amiu in tempi e con percorsi segretissimi, non divulgati per ragioni di sicurezza. In compenso alcuni camion compattatori di rifiuti verranno collocati in posti strategici e saranno sorvegliati dal personale Amiu. Delle speciali squadre d’intervento saranno inoltre predisposte per la rimozione, il più tempestivo possibile, di eventuali graffiti anti-g8. (15 giugno, Il Secolo XIX).