Mi incantava, Teresa Sarti. Sapeva parlare di una cosa terribile come la guerra con la sua bella voce calma, con dolcezza, vorrei dire.

Lui no. Gino Strada era duro e spigoloso, non faceva sconti a nessuno. Giustamente.

Quando l’ho conosciuto mi vergognavo a parlare del mio solo piccolo morto proprio a lui, che di ragazzi uccisi ne doveva vedere tanti…

Così è stato con Cecilia, la loro cara figlia, che è nata l’idea di contribuire a un progetto di Emergency proprio qui in Italia.

Siamo un Paese che appartiene al mondo ricco, con un ancora ottimo Servizio Sanitario Nazionale, nonostante le continue erosioni a vantaggio dei portafogli di alcuni privati. Il diritto alla salute tuttavia non riguarda nemmeno tutte le persone che vivono qui: c’è sempre quella parte di popolazione che viene tenuta pervicacemente fuori dalla porta, esclusa.

“…il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo” è scritto nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

Questo insegnava Gino Strada, non solo con le parole, soprattutto con l’esempio e con la sua stessa vita. E ora sua figlia prosegue lo stesso cammino.

Come ha scritto Cecilia (https://www.carlogiuliani.it/archives/solidarieta/208) “Nonostante sia un diritto riconosciuto, anche in Italia il diritto alla cura è spesso disatteso: migranti, stranieri, poveri non hanno accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche, incapacità a muoversi all’interno di un sistema sanitario complesso…”

Ricordo la commozione quando siamo riusciti a visitare il Poliambulatorio di Ponticelli. Il calore con cui ci hanno accolto i medici e il personale. La sensazione che ho provato di fronte alla targa con il nome di Carlo…

Anche di questo devo ringraziare Gino Strada e la sua meravigliosa famiglia.

Haidi Gaggio Giuliani

13.08.2021