da PILLOLAROSSA

P.zza Alimonda: l’organigramma dei CCIR (i carabinieri d’assalto)

Chi sono davvero i CCIR? Goteborg e Genova. I rapporti con il Tuscania. Troppi comandanti, alcuni troppo giovani. La polizia che punisce. Una prima parziale analisi delle relazioni dei comandanti dei carabinieri a Genova-G8. Come sempre con nomi e cognomi.

L’analisi dei fatti di genova-G8 ci porta a *scontrarci* continuamente con i CCIR (Contingenti Compagnie ad Intervento Risolutivo, alcuni dicono Compagnie Carabinieri ad Intervento Risolutivo, altri Contingenti Carabinieri a Intervento Risolutivo…il logo non e’ importante, in ogni caso Risolutivi). Queste unita’ dei carabinieri sono presenti nei momenti piu’ drammatici. E’ da loro che parte l’attacco al corteo autorizzato del Carlini, loro uccidono Carlo Giuliani in Pzza Alimonda. Le loro performance sono ampiamente documentate da video e immagini.
Ma chi sono davvero i CCIR? Come si sono formati? Dove sono finiti?
I CCIR rappresentano una meteora nel panorama delle soluzioni per l’ordine pubblico, nascono per genova-G8 e muoiono con genova-G8.
Brilleranno un solo giorno, venerdi’ 20 Luglio 2001.
Di una luce che è bene non scordare.
Rappresentano dichiaratamente una sorta di sperimentazione sul campo delle nuove tattiche di gestione dell’ordine pubblico… ma da dove viene l’idea?
Ecco, l’idea in effetti e’ abbastanza nuova e nasce dopo Seattle. A ben vedere tutto ruota attorno ad una convinzione: la possibilita’ dell’attacco offensivo e risolutivo in operazioni di ordine pubblico. La possibilita’ cioe’ di superare il concetto di contenimento e minimizzazione dei danni.
Un’idea dell’ordine pubblico molto americana in cui brillano sinistri i riflessi della rivolta di Los Angeles del 1992,della sua gestione militare e della dottrina che su questa si è fondata.
L’idea è che esista un limite insuperabile nella gestione dell’ordine pubblico, oltrepassato il quale il *cittadino* diventa *nemico*, e che questo limite il popolo di Seattle lo abbia oltrepassato quel giorno del blocco al WTO, autoclassificandosi come ostile all’impero e dei suoi riti religiosi (i vertici). Autocollocandosi sul terreno dell’eresia.
I vari vertici internazionali che sono seguiti ( Praga, Nizza, Goteborg) hanno affinato la tecnica, ne hanno testato la ruvidezza di fondo sui vari aspetti della filiera dell’ordine pubblico: dall’individuazione del nemico (schedature e controllo: e’ assodata l’esistenza di database illegittimi) all’interdizione del territorio (sospensioni di Schengen, blocchi di polizia ai vettori, interventi a monte delle manifestazioni).
In Italia chi meglio dei carabinieri, che si stanno ritagliando da anni un ruolo internazionale di tutto rilievo nella gestione dell’ordine pubblico post-bellico, puo’ essere chiamato a questa sperimentazione in occasione del G8?
E’ ovvio che siano loro i soggetti d’elezione, la polizia militare… chi altri?. Il modello MSU (polizia militare internazionale), che è cosa essenzialmente italiana, copre infatti quella fascia indefinita dove il controllo bellico del territorio sfuma nella gestione di polizia tradizionale. E viceversa, naturalmente.
In piu’ esiste una consolidata rete di ufficiali con esperienze di gestione e formazione di reparti per ordine pubblico (di guerra e di pace) a livello internazionale. L’uomo simbolo di questa elite, l’allora Colonnello Leonardo Leso (ora Generale comandante la seconda brigata mobile) viene premiato con un’alta onorificenza USA pochi mesi prima di Genova.
Nascono dunque i CCIR, molti mesi prima del G8, per il G8.

Le tracce sul web di questi contingenti sono scarse, il sito dei carabinieri non ne fa menzione.
In effetti non si tratta di un corpo o una funzione strutturata con un proprio comando indipendente e con proprie strutture. Neppure a livello di fureria (non esiste un logo e nemmeno carta intestata). Volendo semplificare potremmo dire che i CCIR rappresentano una specie di arruolamento, di scrematura funzionale che viene fatta per tempo tra il personale dell’arma tradizionalmente impiegato in funzione di ordine pubblico. I piu’ convinti, i piu’ motivati, i piu’ determinati vengono inquadrati e addestrati nei CCIR: un contingente di 4 plotoni di 50 uomini ciascuno viene formato all’interno di alcuni battaglioni mobile dei Carabinieri (8° Btg CC “LAZIO”, 3° Btg CC “LOMBARDIA”, 6° Btg CC “TOSCANA”, 10° Btg. CC “CAMPANIA”, 12° Btg CC “SICILIA”). Non e’ un mistero che le simpatie politiche tra i carabinieri che fanno ordine pubblico tendano a destra… scremare i piu’ tosti in un ambiente gia’ fortemente orientato a destra non puo’ che produrre una *milizia* caratterizzata politicamente in modo netto.
Ma non una milizia professionale: la composizione dei plotoni riflette quella tradizionale, con la presenza di militari a ferma prolungata e quindi con poca esperienza.
Una miscela esplosiva questi plotoni! Giovani con poca esperienza ma molto motivati e determinati e ufficiali con approccio offensivo e malcelate simpatie politiche. Non c’e’ da meravigliarsi se dalle tasche, come e’ in effetti successo, escono portafogli dove immaginette di padre pio e mussolini convivono serenamente.

CCIR2

Milizie di questo tipo esistono in molti paesi e si addestrano in stage comuni. Un centro di addestramento europeo si trova in Francia e vi sono certamente passati molti dei carabinieri che abbiamo trovato a Genova:

Corriere della Sera del 7 giugno 2001
Centinaia o migliaia che siano, parte dei carabinieri che si stanno addestrando potrebbe trovarsi a Saint-Astier, nella regione della Dordogna, dove sorge il modernissimo centro di addestramento della gendarmeria francese. Un luogo unico nel suo genere in Europa, dove tutte le forze di polizia a ordinamento militare fanno a gara per andare a seguire i durissimi corsi. Per alcune missioni all’estero anche i carabinieri sono transitati da questi 148 ettari di terreno collinoso dov’è ricostruita, come in un set cinematografico, una vera e propria città. Fra negozi, piazze e stradine – in un contesto simile a quello di un qualsiasi centro occidentale – vengono sperimentate tecniche di guerriglia urbana, viene affinato l’uso di lacrimogeni, ci si prepara a reagire all’uso di bombe a mano. Secondo una tecnica organizzativa consolidata, gli agenti da addestrare simulano di essere manifestanti, con tanto di fazzoletti al collo e caschi in testa. Tutti agenti, di diverse nazioni, per settimane gli uni contro gli altri, ad apprendere l’arte della guerriglia.

Questo centro di addestramento pare pensato espressamente per le polizie latine a statuto militare : Carabinieri italiani, Gendarmerie francese, Guardia Civil spagnola e svolge anche funzione di addestramento MSU (polizia militare in zona di guerra).
Altri centri dovrebbero essere quelli tradizionali di Bolzano (Laives) e Gorizia (Podgora), dove ha dato ottima prova di se’ il Colonnello Munno, recentemente condannato per una esercitazione troppo realistica in cui i cc se le erano date tra di loro di santa ragione, prima del G8. Anche questi centri (attualmente inquadrati all’interno della seconda brigata mobile comandata da Leso) sono tradizionali centri di addestramento MSU.

Tra Goteborg e Genova

Verso meta’ giugno 2001 questa concezione sbrigativa e offensiva dell’ordine pubblico da una prova di se’ a Goteborg, nella Svezia socialdemocratica.
La cronaca dei fatti che portano alla sparatoria contro i manifestanti fa emergere una dinamica assolutamente artificiale. La polizia attacca in modo illogico dei gruppi di manifestanti a vertice praticamente finito e alla loro reazione viene aperto il fuoco senza un motivo apparente. Lontano dalla *zona rossa*, senza ragione se non quella di dare una lezione, una punizione ad un’eresia. Il corpo dell’eretico e’ per definizione privo di diritti, e’ fuori dal *corpo* della chiesa, e’ un non-corpo. Nella foto qui sotto potete vedere l’attimo in cui il proiettile colpisce alla schiena. Non in uno scontro e senza nessuna minaccia diretta contro i poliziotti.

CCIR 3

Solo un mese dopo in una situazione concettualmente simile (non vi era nessuna esigenza, ne’ militare ne’ logica, che giustificasse una carica di 50 cc contro il fianco di un corteo di migliaia di persone) verra’ ucciso Carlo Giuliani.
A Goteborg la polizia attacca una piazza che fino ad un momento prima era tranquilla e alla risposta spara alla schiena. A Genova i CCIR attaccano sul fianco un corteo che si stava ritirando e non aveva vie di fuga, e di fronte alla reazione spara in faccia ad un ragazzo.
Perche’?
Perche’ in paesi politicamente e socialmente cosi’ diversi abbiamo la stessa attitudine omicida?
Chi decide il tono dell’ordine pubblico in occasione dei vertici internazionali? I governi o gli *altri* di cui parla Scajola (“A Genova io non ho dato ordine di sparare, non so gli altri.”)?
Ma poi, serve davvero l’ordine di sparare? Le regole di ingaggio (il comportamento previsto al variare degli scenari) dei CCIR sono le stesse degli altri contingenti di ordine pubblico o sono differenti?
L’attrezzatura e’ certamente diversa, e qualcosa ci dice. E’ un’attrezzatura di tipo militare. Molti hanno parlato delle fondine ad estrazione rapida, ci sono state anche interrogazioni in parlamento. Non e’ un aspetto secondario. Avere un’arma a portata di mano immediatamente e’ esattamente l’opposto delle pratiche di ordine pubblico fin qui seguite. Sia perche’ in ordine pubblico non e’ previsto l’uso delle armi per difendersi da nulla che non sia un’altra arma da fuoco, e in ogni caso e’ il funzionario che da’ l’ordine (e quindi c’e’ tutto il tempo). Ma anche e soprattutto per impedire il furto dell’arma nelle situazioni concitate di corpo a corpo… situazioni abbastanza ovvie in servizio di OP.
Come sono le fondine di chi ha pratica consolidata di ordine pubblico? Eccole.

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Un bel giro di nastro adesivo, a garanzia che ci voglia del bello e del buono per estrarre l’arma. E’ sempre stato cosi’. Fino a Genova. E’ logico che sia cosi’, e’ illogico il contrario. Avere un’arma a penzoloni lungo la coscia fara’ si’ che il primo pensiero del militare in una situazione confusa sara’ di estrarre l’arma per evitare che sia presa da altri, producendo quindi il massimo pericolo ed appiattendo la modulazione delle reazioni al livello piu’ alto fin dal primo momento.
Quando hai un’arma in mano ti resta solo un’ultima chance se il pericolo aumenta, usarla.
Chi ha mestiere di ordine pubblico lo sa che e’ bene non giocarsi tutto subito, che la minaccia deve essere modulata, che e’ meglio per tutti se e’ modulata, non fosse altro che per la regola molto poco umanitaria del “se tiri una raffica quando basta un colpo, cosa tirerai quando servira’ una raffica?
Questo appiattimento delle reazioni sull’alto, sul massimo livello possibile, quello *risolutivo*, e’ una costante della gestione dell’OP in tutto il G8. E’ una costante della polizia dell’impero quando sono *attaccati* i vertici internazionali.
E’ ragionevole ritenere che anche l’addestramento e le regole di ingaggio ricevute dai CCIR siano coerenti con queste costanti.

In realta’ sappiamo ancora poco dei CCIR. Una fonte interessante e’ come sempre la Commissione Parlamentare di inchiesta sul G8.
In data 7 settembre 2001 arrivavano presso la commissione le relazioni di servizio dei funzionari e dei comandanti dei CC, assieme ad altri documenti, tra cui i brogliacci delle comunicazioni radio intercorse tra la Centrale Operativa e i responsabili di piazza. Questi documenti permettono una prima ricostruzione delle linee di comando sul campo per tutti i contingenti CCIR e i loro movimenti.
Se accoppiate le relazioni alla scansione temporale desumibile dai brogliacci radio e’ possibile avere un quadro piu’ preciso dei fatti.
Chiunque vi sia stato coinvolto puo’ ora assegnare piu’ facilmente un episodio ad uno specifico reparto, e quindi al suo comandante.
Eccovi la lista di questi signori, gli ufficiali che comandavano i reparti (gli atti della commissione sono pubblici.)
Linkato al nome trovate (se c’e’) la relazione di servizio in formato .rtf. (e’ stata mantenuta, per quanto possibile, l’aderenza al layout originale).

Compagnia C.C.I.R. “ALFA” 3° Btg CC “LOMBARDIA” e’ quella che attacca il Carlini da via Invrea per prima, quando e’ ancora nel percorso autorizzato. Funzionario di PS e’ il Dott. Gaggiano. Entrambi gli ufficiali dei CC si attribuiscono la qualifica di responsabile del reparto, Il Cap Bruno nell’incipit (Il sottoscritto Capitano Antonio BRUNO, comandante della Compagnia ALFA…) il Ten. Faedda nella firma (Il responsabile del contingente Ten. Paolo Faedda)


Compagnia CCIR “BETA” 8° Btg CC “LAZIO” Opera in C.so Marconi – Pzzale Kennedy e partecipa allo sgombero del Meeting Point del Social Forum con il 1° Rgt. Tuscania. Funzionario di PS e’ il Dott. Venezia. Il Ten. Maresca di attribuisce il grado di *comandante del Contingente *, il Capitano Bianchi si firma *il comandante*.


Compagnia CCIR “CHARLIE” 6° Btg CC “TOSCANA” E’ il reparto che esegue la seconda carica in via Tolemaide, quella mista CC-PS con gli idranti. Funzionario di PS e’ il Dott. Gaggiano. Il Cap. Nardelli si firma *Il Comandante* e lo stesso fa il S. Ten Imperato che si definisce *Comandante della 2a Compagnia del 6° Battaglione Carabinieri “Toscana” nonché Comandante della Compagnia “CHARLIE“* .

  • Capitano Paolo Nardelli (21 luglio 2001)
  • Maggiore CC par. Antonio Frassinetto (22 luglio 2001)
  • S. Ten. Ernesto Imperato (no data, afferma nella relazione di essere il comandante in s.v.) afferma che il comando il giorno 20 era questo: 1° plotone S. Ten. Guido CIOLI, 2° plotone S. Ten. Marco SCARAFONI, 3°plotone S.Ten. Alessandro TOSTI. (no data)

Compagnia CCIR “DELTA” 10° Btg. “CAMPANIA” Non hanno praticamente alcun contatto fisico coi dimostranti, tirano 4 lacrimogeni in tutta la giornata.


Compagnia CCIR “ECHO’ 12° Btg CC “SICILIA” E’ la compagnia piu’ conosciuta, quella di Placanica. Sia Cappello che Mirante si definiscono *comandante della compagnia CCIR “ECHO”*

Queste relazioni di servizio sono abbastanza interessanti e ci permettono di chiarire alcune cose sia dal lato (diciamo) antropologico, fondamentale per la comprensione dei fatti, che da quello tecnico degli eventi in piazza. Come vivono i fatti, come li raccontano, con che parole. Come aggiustano gli orari, come definiscono il *nemico*, come dichiarano la linea di comando sono tutti elementi importanti per la comprensione di quella giornata.

Ad una prima lettura i punti che si notano sono questi:

Le date e i protocolli. Non esiste carta intestata. I reparti sono incarnati nei battaglioni di provenienza e forse non hanno una vera struttura centrale, e’ presumibile che nell’ambiente degli ufficiali la fine dell’esperienza CCIR sia prevista, almeno dai piu’ svegli. Le relazioni vengono prodotte (quelle con la data) nell’arco di tempo cha va dal giorno dopo al 28 luglio quindi sono abbastanza a ridosso degli eventi. Solo un paio hanno il numero di protocollo, molte senza data. Una certamente copiata, mannaggia ai pigri. (Bianchi vs. Maresca, interi brani identici nelle due relazioni).

Troppi comandanti. Tranne che per la compagnia “DELTA” di cui abbiamo una sola relazione (e non possiamo fare confronti), in tutte le altre compagnie ci sono almeno due comandanti e questo in un corpo militare non e’ bello. Comandante, per definizione, ce ne puo’ essere uno solo. Perche’ quasi tutti si autoproclamano comandanti del contingente? Molte spiegazioni possibili, una piu’ interessante dell’altra. (la mia spiegazione si chiama solidarieta’, e’ nel momento del bisogno che si vede lo spirito di corpo).

Come vedono il *nemico*? Male, molto male. Tutta la guerra mediatica precedente il G8 si e’ svolta all’insegna dei pacchi bomba *anarco-insurrezionalisti* e sapete come vengono chiamati i manifestanti?
Cap. Bianchi: <<Il giorno 20/07/2001 il contingente della compagnia “BETA” e stato impiegato con 200 unita’ presso il Lungomare Canepa per svolgere funzione di pronto impiego durante il corteo degli anarchici insurrezionalisti che doveva svolgersi nelle vie attigue durante l’arco pomeridiano.>>
Le altre relazioni hanno lo stesso tono, anche se un po’ meno eclatante. Come e’ a loro noto da tempo il piu’ *buono* di questi nemici – secondo le informative dell’*intelligence* (parola grossa!) – ha pronte sacche di sangue infetto da lanciare e cerbottane con siringhe usate. I cattivi si nutriranno di carne umana, come minimo.

I rapporti con il Tuscania

C’e’ chi dice che il 1° Rgt. Paracadutisti Tuscania (corpo da cui provengono tutti i diretti superiori di Placanica) in realta’ non sia stato usato in servizio di OP a Genova. C’e’ anche chi giura di uno smarrimento del reggimento per le strade di Genova, in assenza di un tuttocitta’.
Balle. Le relazioni di servizio dei comandanti dei plotoni dei CC parlano chiaro. Il Tuscania ha partecipato a pieno titolo alla mattanza. Anzi qualcosina di piu’: ha fornito la maggior parte degli ufficiali dei CCIR, e tutti gli ufficiali di rango elevato.

Sentite il Magg. Frassinetto: <<Percorsi il Corso Italia e la via Rimassa, dalle 15,45 alle 18,30 ci univamo al contingente del III Btg. “Lombardia” in Corso Torino, attuando tecniche di contenimento e successive cariche per disperdere oltre tremila facinorosi verso piazza Tommaseo e via Tolemaide Qui effettuavamo numerosi arresti, con le forze residue dei CCIR “Alpha” e “Echo” e quindi disponevo le traduzioni dei soggetti fermati con i militari che sembravano più provati. In via Giovanni Tommaso Invrea poco dopo le scrivente si congiungeva con il contingente del 1° Rgt. CC.Par. “Tuscania”, con il quale effettuava cariche a percussione per tutta via Tolemaide e Corso Gastaldi sino alle I9.5O circa, terminando alla triforcazione all’inizio dl Corso Europa .>>

Alcuni ufficiali paracadutisti vengono assegnati al comando diretto di contingente ( Maggiore par. ZANAROLI comanda la Delta) o di plotone (Maggiore CC par. FRASSINETTO, comanda un plotone della Charlie). Di Truglio e Cappello sappiamo e di un paio mancano informazioni precise. L’impronta del Tuscania e’ in ogni caso evidente dentro i CCIR.
Per completezza di documentazione aggiungo anche due relazioni di servizio di Ufficiali paracadutisti del Tuscania: di cui una collettiva, firmata da tutto il quadro dirigente del contingente (Com. Compagnia Cap. Guido Ruggeri, Com. 1° plotone Ten. Stefano Romano, Com. 2° plotone Ten. Loris Ditt*, Com. 3° plotone Ten. Achille Sirignano, Per il Com. 4° plotone S.Ten. Odierna Viti, Per il Com. 5° plotone S. Ten Cristiano Spadano).

Un migliaio di uomini dei CCIR (con una concezione singolare dei diritti del cittadino… *nightmare* ha scritto un graduato sul casco) e circa 250 del 1° Rgt. Tuscania, che fornisce (o da cui proviene) anche il quadro di comando. Ecco i principali protagonisti di quella giornata. Teniamolo bene a mente.

CCIR 5

Una menzione *d’onore* particolare la merita il Capitano Antonio Bruno che ci descrive cosi’ la prima carica da via Invrea:
In via Ivrea, giunti in prossimità dell’incrocio con Corso Torino (ore 14:00 circa), gruppi consistenti di manifestanti molti dei quali indossavano elmetti protettivi e maschere da verniciatore, si avvicinavano al nostro schieramento lanciando pietre, bottiglie di vetro, molotov, ed altri oggetti contundenti. A quel punto il responsabile del servizio (il Dott. Gaggiano, nota mia) ordinava prima il lancio di artifizi lacrimogeni e subito dopo una carica di alleggerimento al fine di disperdere il gruppo di manifestanti che veniva così a dividersi in due tronconi: il primo si attestava su via Tolemaide. versante ponente mentre il grosso arretrava sempre sulle stessa direttrice sul versante di Levante. Il contingente allora si divideva in due blocchi …

Balle grandi come una casa, come sanno le centinaia di reporter che hanno visto la scena. Il funzionario di PS, Dott. Gaggiano, aggiunge in una intervista che la carica viene fatta anche per impedire che i manifestanti saccheggiassero un distributore, che pero’ dal punto in cui era il reparto non si poteva vedere.

Ecco alcune immagini di questi momenti in cui sta per partire la prima carica contro il Carlini (Il Cap. Bruno e’ segnato col cerchietto), tratte dal nuovo video prodotto da Indymedia + Genoa Legal Forum (I DIRITTI NEGATI, dal minuto14,45 in poi).

Nello stesso video al minuto 16,55 avviene un episodio apparentemente marginale, ma che ci permette di introdurre un punto di vista importante per la comprensione dei fatti.

CCIR 7

Un carabiniere apre la porta del blindato e rivolgendosi a dei sui colleghi, che hanno appena arrestato un dimostrante, urla con tutto il fiato che ha in corpo: AMMAZZATELO, PORCODDIO!
Ho qualche ricordo di quel contesto: carabinieri che raccoglievano trofei (chi uno scudo del carlini, chi una maschera antigas) e se li esibivano reciprocamente, mostrandosi il pollice teso….scalpi! Trofei di guerra. Molti di questi trofei furono poi bruciati durante i festeggiamenti alla Fiera a G8 finito, dove si sprecarono anche canzoni fasciste e saluti romani. http://italy.indymedia.org/news/2001/08/13635.php

La polizia che punisce.

Da dove nasce questo odio? Sono loro ad aver attaccato un corteo pacifico (e autorizzato) fino a quel momento. In quel momento la difesa e’ solo passiva…. mancano ancora un paio di decine decine di minuti e poi l’istinto di sopravvivenza prevarra’. Il corteo di difendera’ con le poche cose che trova. Dei cassonetti messi di traverso e qualche oggetto da scagliare.
Un punto di vista che mi colpi’, che aiutava a capire, e’ quello di Thierry Bonfanti. Usci’ sul Manifesto di quell’estate, non ho la data esatta. L’articolo si trova qui.
E’ una lettura interessante.

Quello che è successo a Genova mi ha fatto pensare ai famosi esperimenti svolti negli Stati Uniti da Stanley Milgram all´inizio degli anni ´60.
Milgram nacque nel 1933 e crebbe durante l´ultima guerra mondiale in un periodo in cui le atrocità naziste erano ancora fresche nelle memorie. Si chiese come fosse stato possibile che così tanti uomini avessero accettato di commettere tali orrori. Da ricercatore, incominciò a fare ricerche sull´ubbidienza e la sottomissione all´autorità. Per la sua ricerca più famosa, ideò un dispositivo presentato come una ricerca sugli effetti del castigo sull´apprendimento. Questo per non influenzare i soggetti dell´esperimento.
In questo dispositivo, un soggetto legato ad una sedia veniva sottoposto ad un lavoro di apprendimento. Un altro soggetto, situato in una stanza accanto doveva mandargli delle scariche elettriche di intensità crescente ogni qualvolta sbagliava. Logicamente le scariche elettriche erano fasulle ma il soggetto che le dava non lo sapeva. Ciò nonostante, superata una certa intensità delle scariche elettriche, il soggetto “apprendista” cominciava a fare finta di soffrire e manifestava sempre di più il suo dolore, urlando fino a chiedere di fermare la sperimentazione.
C´era, insieme al soggetto che dava le scariche, lo sperimentatore che, in veste di gran professore investito di un certo prestigio, insisteva con vari argomenti perché si proseguisse l´esperienza.
Passo sui particolari del protocollo della ricerca un cui ottimo riassunto si può trovare su Internet e vi dò subito i risultati. Il 60% dei soggetti andarono fino ad infliggere scariche elettriche letali nonostante le grida del soggetto apprendista.
L´esperienza che sembra incredibile fu ripetuta parecchie volte non solo negli Stati Uniti ma anche in Australia, in Sud Africa e in Europa. Gli stessi risultati furono osservati ovunque.
La mia interpretazione dell´effetto Milgram non è di tipo meccanico. Penso che il soggetto non ubbidisca per pura sottomissione ma abbia già dentro di sé le pulsioni che lo porteranno a compiere l´atto crudele. Gli ordini dell´autorità non fanno altro che levare le inibizioni del soggetto. In certi casi, basta poco perché queste si sciolgano. Un tacito consenso può essere sufficiente.

Bonfanti non e’ un militante, il suo mestiere e’ insegnare mediazione dei conflitti, lavora spesso con la polizia e la conosce bene.
Forse e’ proprio qui una soluzione possibile, dove dice lui. Non e’ necessario un ordine esplicito per produrre comportamenti di quel tipo. Questi militari sono stati caricati e nutriti con polpette mediatiche avvelenate (vi sequestreranno, vi tireranno sangue infetto, correte pericolo di vita ecc.), sono stati selezionati accuratamente, sono stati addestrati a comportarsi come un esercito di occupazione, vedono i cortei come *nemici*. Gli viene messa la pistola praticamente in mano (dove la mano cade… a meta’ coscia). Forse non servono tanti ordini.
Forse basta l’assenza di ordini. O la confusione di ordini. E la garanzia, anche solo supposta, di copertura (qualche Onorevole. di riferimento nei posti giusti nei momenti giusti). Forse basta solo la notizia che un collega e’ grave in ospedale (a prescindere se sia vero o meno) per tarare la macchina bellica al massimo dei giri e lanciarla. Un pungolo.

E’ quello che cercheremo di vedere nella prossima puntata.

Franti