2002

26 giugno – Buenos Aires

Maximiliano Kosteki e Dario Santillàn

21 e 23 anni

Durante una manifestazione per chiedere pane e lavoro, Maximiliano Kosteki, disarmato, viene ucciso nel corso di un intentato blocco stradale vicino a un ponte di Buenos Aires. Dario Santillàn viene ucciso mentre tentava di prestare soccorso a Maximiliano.

by Indymedia Argentina – Thursday June 27, 2002 at 01:36 AM: “Nella mattina il governo ha militarizzato tutti i luoghi previsti per la manifestazione, utilizzando la fanteria, la polizia federale e provinciale, la prefettura navale, cani, idranti, carri armati e elicotteri. […] A Puente La Noria, si contavano più polizia in tenuta da guerra che manifestanti. Lì hanno chiuso le strade senza lasciar passare la manifestazione fino al luogo previsto. Al Puente Alsina, il blocco del ponte è stato represso, e i manifestanti obbligati a ritirarsi fino alla capitale. A Panamericana, hanno bloccato il passaggio dei disoccupati. allo stesso modo a Liniers, dove gli hanno impedito di avanzare fino al ministero di azione sociale. A Puente Pueyrredón, dove hanno ammazzato il giovane piquetero è il posto in cui c’è stata la repressione più selvaggia. Era il piquete piu grande, in cui si sono mobilitati 5000 compagni. Quando i manifestanti hanno raggiunto il luogo, la polizia ha commesso delle provocazioni spaccando la colonna di manifestanti in due e cominciando a reprimere indiscriminatamente, attaccando indiscriminatamente donne, uomini e bambini.la manifestazione si è dispersa per tutto il centro di Avellaneda, dove si sono vissute scene drammatiche. Nella stazione di Lanus è stato assassinato uno dei due compagni e il suo corpo è rimasto colpito nel mezzo di un marciapiede dove sono state ferite varie persone con armi da fuoco. Le organizzazioni dei disoccupati hanno contato fino ad ora 6 feriti per arma da fuoco, senza escludere la possibilità che siano di più. Le immagini sono laceranti,quasi una guerra civile uomini e donne si difendevano come potevano, contro le armi, pallottole e gas lacrimogeni. I feriti portati nell’ospedale Fiorito sono stati 90, tra cui 17 ricoverati. Tre sono ancora in pericolo e tuttavia è sconosciuta la loro identità. Ci sono stati 189 detenuti nel Primo commissariato di Avellaneda. La maggioranza furono detenuti in una cella buia. Ad un’ora dalla repressione ancora nella zona non si poteva respirare. Un pullman è stato distrutto. E’ una menzogna assurda quella che passano in queste ore i mezzi di comunicazione, che i piqueteros arrestati impugnavano delle pistole. Perfino il guidatore di un pullman ha dichiarato che si trattava di poliziotti in incognito. Ogni intento di calunnia, ogni tentativo di criminalizzare la lotta dei disoccupati deve essere respinto e segnalato come il tentativo di legittimare il nuovo regime di Duahlde. I media parlano, cinicamente, di “picchetti tragici”, ed il governo afferma che non si trattava di una mobilitazione bensì di una “provocazione”. Fino alla polizia che afferma che “le pallottole non sono partite da noi”, fino ai giornalisti “progressisti”, come Tognetti, che hanno insinuato che i piqueteros erano armati.Noi sappiamo che sono menzogne. Abbiamo raccolto le cartucce delle pallottole sparate dalla polizia. Abbiamo visto quando hanno ucciso i nostri compagni. Noi filmiamo e fotografiamo le prove. Accusiamo davanti al mondo intero il governo argentino e la policia federal di assassinio. Dopo la repressione, mentre vari compagni si concentravano presso le porte dell’ospedale e del commissariato, si è prodotto un fatto che ha messo a nudo il vero carattere di questa giornata. A pochi metri dall’ospedale, nella calle Bransen 1200, la polizia ha fatto irruzione senza avviso e senza alcun ordine giudiziale in un locale del partito di Izauierda Unida di Avellaneda, dove erano riunite 50 persone. Sono entrati sparando gas lacrimogeni, e sparando. Un compagno è stato sequestrato e diversi altri sono stati costretti a scappare salendo sui tetti. All’uscita dal locale un compagno ci ha mostrato la pallottola conficcata nel suo portafogli e che per pochi centimetri non lo ha trapassato. Si trattava di una pallottola di piombo. La casa a fianco al locale di IU è stata ugualmente perquisita e distrutta e solo l’intervento di alcuni deputati e di decine di persone accorse hanno permesso che la barbarie cessasse. Tutti abbiamo visto quello che hanno fatto. Hanno agito come negli anni della dittatura: saccheggiando, colpendo, uccidendo, sequestrando. Il mondo intero lo deve sapere, il mondo intero deve sapere che in Argentina è nato un nuovo regime basato sulla fame estrema e la repressione.”