1966

27 aprile – Roma
Paolo Rossi
Durante le elezioni degli organismi rappresentativi universitari i fascisti danno l’assalto alla Facoltà di Lettere e uccidono a botte lo studente socialista Paolo Rossi. La polizia è presente ma rimane passiva. A seguito di questo fatto il rettore dell’ateneo Ugo Papi, accusato di eccessiva tolleranza verso i neofascisti, è indotto alle dimissioni. Il processo si concluderà senza l’individuazione dei responsabili della morte di Rossi.

1969

27 febbraio – Roma
Domenico Congedo
Manifestazione contro l’arrivo del presidente americano Nixon a Roma. I fascisti, appoggiati dalla polizia, attaccano con razzi la Facoltà di Magistero occupata. Lo studente Domenico Congedo, nel tentativo di scappare, cade da una finestra e muore. La polizia carica gli studenti: decine di feriti, alcuni gravissimi, e trecento arrestati.

1975

16 aprile – Milano
Claudio Varalli
In piazza Cavour Antonio Braggion di Avanguardia nazionale uccide con un colpo di revolver Claudio Varalli del Movimento studentesco, che con un gruppo di militanti di sinistra era di ritorno da una manifestazione per il diritto alla casa. Le indagini accertarono rapidamente che il proiettile aveva colto Claudio alla nuca mentre cercava di mettersi in salvo, smentendo la tesi dei fascisti che avevano sostenuto di essere stati vittime di un’aggressione. Alla tragedia si aggiunse la provocazione: vennero infatti fermati una decina di compagni di Claudio alcuni dei quali furono imputati di rissa. [www.pernondimenticare.com]

Omicidio Claudio Varalli: Contro Braggion viene spiccato un mandato di cattura per “omicidio volontario continuato, in parte consumato (Varalli) in parte tentato (gli altri compagni di Claudio presi di mira), porto d’arma, spari in luogo pubblico”. Antonio Braggion resterà latitante fino al 17 dicembre 1978. (continua…)

1977

30 settembre – Roma
Walter Rossi
Dei missini aggrediscono verso le ore 19 un militante di sinistra. Un gruppo di suoi compagni risale la strada parallela a quella della sezione missina della Balduina. Lanciano slogan e diffondono volantini per invitare la popolazione a una manifestazione antifascista. I missini sparano. Il gruppo si disperde ma viene colpito al cervello Walter Rossi, militante di Lotta continua, che muore. Ci sono episodi poco chiari negli avvenimenti di quella sera: un blindato della celere che, secondo alcuni testimoni, avanzava a fari spenti e dietro al quale si nascondevano i neofascisti armati… [si veda quanto riportato nel sito: http://www.walterrossi.it/index.html]

Omicidio Walter Rossi: Pur conoscendo da subito i nomi degli assassini tra i quali Giusva Fioravanti e il fratello, all’ultimo processo i giudici li hanno assolti.

1978

18 marzo – Milano
Fausto Tinelli e Lorenzo Iannuzzi
Fausto Tinelli e Lorenzo Iannuzzi – Fausto e Jaio – vengono uccisi a revolverate vicino al Centro sociale Leoncavallo da un commando formato da neofascisti e uomini dei servizi segreti. I due giovani erano impegnati nella lotta all’eroina. L’azione viene rivendicata dal gruppo armato fascista “Sergio Ramelli”.Dopo pochi mesi viene ucciso in un finto incidente stradale il giornalista de L’Unità Mauro Brutto, che aveva scoperto i retroscena del duplice delitto. (… continua) http://faustoeiaio.org/faueiaio.html

9 maggio – Cinisi (PA)
Peppino Impastato
Peppino Impastato, militante di Democrazia proletaria e protagonista della lotta contro le cosche attraverso i microfoni di radio Aut, viene assassinato dalla mafia.
http://www.centroimpastato.com/

Maggio 1978 – Cinisi: Per l’omicidio di Peppino Impastato, i carabinieri, la polizia e la Digos seguono per prima la pista dell’attentato terroristico. Il 29 maggio, il magistrato incarica i periti medico-legali di accertare le cause della morte di Impastato. Il 30 maggio, il maggiore dei carabinieri Subranni conferma la sua tesi: suicidio compiendo scientemente un attentato terroristico (continua…).

(… continua) 16 dicembre 1978 – Milano: per l’omicidio di Claudio Varalli, il Pubblico ministero chiede alla Corte di condannare Antonio Braggion a 16 anni di carcere per il reato di omicidio volontario, negando le attenuanti generiche ma concedendo quella della provocazione e la continuazione dei reati di omicidio e tentato omicidio, detenzione e porto d’arma. Il giorno dopo, Antonio Braggion si costituisce. Per la prima volta dietro le sbarre nella gabbia degli imputati, nascose il viso con sciarpa e occhiali scuri. Sedeva voltando le spalle al pubblico. Non potè più essere interrogato perchè la fase dibattimentale del processo era oramai chiusa. Prese la parola, volontariamente, solo prima che la Corte si ritirasse per emettere la sentenza. Disse: “Mi sono costituito dopo parecchio tempo perchè sia possibile per me avere giustizia. Ho sparato in quanto mi trovavo in uno stato di terrore, non sapevo quello che facevo. Ho saputo in seguito ciò che era successo. Non mi sento assolutamente colpevole e mi appello al sentimento di giustizia di ogni singolo giudice”.17 dicembre 1978: Antonio Braggion viene dichiarato colpevole di eccesso colposo in legittima difesa putativa e dei reati continuati di detenzione e porto abusivo di pistola e condannato a 10 anni carcere, di cui 2 condonati. Viene però scarcerato dopo 8 mesi per “ragioni di salute”. (continua…)

22 febbraio – Roma
Valerio Verbano
A Roma, i Nar (“Nuclei Armati Rivoluzionari” – sigla che caratterizza il terrorismo neofascista nella seconda metà degli anni ’70 – di cui facevano parte Giuseppe Valerio (detto “Giusva”) Fioravanti, Dario Pedretti, Cristiano Fioravanti, Alessandro Alibrandi, Francesca Mambro) uccidono lo studente Valerio Verbano, 19 anni, appartenente all’area di Autonomia Operaia, nella sua abitazione sotto gli occhi dei genitori: stava raccogliendo materiali sulle attività eversive neofasciste.Le forze di polizia intervengono con estrema violenza nel cimitero del Verano contro gli autonomi che partecipano ai funerali di Valerio Verbano. Un carabiniere riduce in fin di vita Antonio Musarella.

1981

(… continua) 23 marzo – Milano: Omicidio Varalli. Davanti alla Corte d’Assise d’Appello, Antonio Braggion compare a piede libero avendo ottenuto la libertà provvisoria per le precarie condizioni di salute. La Corte dopo tre ore di camera di consiglio emette la sentenza: Antonio Braggion viene ritenuto colpevole di eccesso colposo di legittima difesa putativa e di detenzione di armi, come in primo grado, ma in virtù della concessione delle attenuanti generiche la condanna scende a sei anni e 200.000 lire di multa. Antonio Braggion non era presente alla lettura del verdetto. (continua…)

1982

(… continua) 26 ottobre: Per l’omicidio Varalli, la Corte di Cassazione dichiara prescritto il reato di eccesso colposo di legittima difesa. La condanna a 3 anni per la detenzione illegale della pistola usata per uccidere Claudio Varalli viene interamente coperta dal condono. Antonio Braggion è definitivamente libero. Oggi è avvocato.

1984

(… continua) Maggio: Per l’omicidio di Peppino Impastato, grazie a una lunga battaglia della madre, del fratello e del Centro Impastato, si arriva ad un’ordinanza-sentenza istruttoria, predisposta dal consigliere istruttore Rocco Chinnici, ucciso il 29 luglio 1983, e completata e firmata dal suo successore Antonino Caponnetto, nella quale si riconosce che Peppino Impastato è stato ucciso dalla mafia, per il suo impegno di denuncia e di lotta, ma che non si possono individuare i responsabili del delitto. (continua…)

1988

(… continua) Gennaio: Riapre l’inchiesta sul delitto Impastato. Il giudice istruttore Giovanni Falcone si reca negli Stati Uniti per interrogare Gaetano Badalamenti. (continua…)

1990

(… continua) Luglio: Delitto Impastato. Il ministro dell’Interno Antonio Gava rispondendo, con due anni di ritardo, a un’interrogazione dell’allora deputato di Democrazia proletaria Guido Pollice, sostiene che non risulta che Impastato sia stato ucciso dalla mafia e che pertanto non spetta ai familiari l’indennizzo previsto per le vittime di mafia. (continua…)

1991

19 maggio – Roma
Auro Bruni
Un giovane ragazzo di colore di nome Auro Bruni, 19 anni, mentre si trovava nel centro sociale Corto Circuito di Roma, fu prima ucciso a sprangate, quindi gli fu dato fuoco, da un gruppo di giovani neo-nazisti.

1992

(… continua) 27 febbraio: Delitto Impastato Il sostituto procuratore De Francisci archivia l’inchiesta. Si esclude la responsabilità di Badalamenti e si ipotizza quella dei corleonesi, avversari di Badalamenti. (continua…)

1996

(… continua) Marzo: la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto. In giugno, in seguito alle dichiarazioni di Salvatore Palazzolo, che indica in Badalamenti il mandante dell’omicidio assieme al suo vice Vito Palazzolo, l’inchiesta viene formalmente riaperta. (continua…)

1997

(… continua) 27 maggio: Delitto Impastato. I sostituti procuratori De Francisci, De Luca, Imbergamo e il procuratore aggiunto Lo Forte chiedono l’applicazione della custodia cautelare per Gaetano Badalamenti e gli arresti domiciliari per Vito Palazzolo, indicati come responsabili del delitto Impastato.In novembre, il gip del Tribunale di Palermo Renato Grillo emette un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Gaetano Badalamenti come mandante del delitto Impastato. (continua…)

1999

(… continua) 10 marzo: Delitto Impastato. Prima udienza del processo contro Vito Palazzolo. Vengono ammessi come parti civili i familiari, il Centro Impastato, l’Ordine dei giornalisti, il comune di Cinisi, Rifondazione comunista. (continua…)

2000

(… continua) 6 dicembre: La Commissione parlamentare antimafia approva all’unanimità la relazione sul “caso Impastato”, presentata dal relatore senatore Giovanni Russo Spena, in cui si riconoscono le responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini sul delitto Impastato. (continua…)

(… continua) 6 dicembre – Milano: Per l’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannuzzi, il Giudice delle Udienze preliminari del Tribunale di Milano, Clementina Forleo mette la parola fine a un’inchiesta iniziata poche ore dopo il 18 marzo 1978. La conclusione della Forleo è la seguente: “Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva ed in particolari degli attuali indagati (Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci), appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura “de relato” delle pur rilevanti dichiarazioni”.

2002

(… continua) 11 aprile – Palermo: Alle ore 17,15 la Corte d’assise legge il dispositivo della sentenza che condanna Gaetano Badalamenti alla pena dell’ergastolo come mandante dell’assassinio di Peppino Impastato.

2003

16 marzo – Milano
Davide Cesare
E’ domenica sera e fuori dal “Tipota”, un locale del ticinese frequentato abitualmente dai ragazzi dei centri sociali della zona, sono appostati tre neofascisti del quartiere armati di lame: quando Davide e un amico escono dal locale, vengono colpiti ripetutamente in punti vitali. Nel giro di pochi minuti una decina di compagni arriva sul posto: la situazione appare subito gravissima. L’ambulanza tarda ad arrivare, mentre immediatamente sopraggiungono tre pattuglie di polizia e una di carabinieri. In quelle strade strette le auto delle forze dell’ordine ostruiscono “strategicamente” la via, bloccando la circolazione e contribuendo ad un ulteriore ritardo dei soccorsi. Davide, 26 anni, non arriva vivo in ospedale.
L’altro compagno, seppure grave, riesce a salvarsi. Poco dopo la partenza delle ambulanze arriva davanti al locale anche una camionetta di celere; i poliziotti scendono già con i caschi in testa; ma bastano le urla di rabbia e dolore di una decina di compagni a farli battere in ritirata. Ancora incerti sulle condizioni degli amici, una quindicina di persone raggiunge il Pronto Soccorso dell’ospedale S.Paolo, già pattugliato da alcune volanti. Dopo poco arrivano altri rinforzi, sia di polizia che di carabinieri: chiudono l’ingresso e danno il via a feroci cariche contro i giovani sia all’interno dell’ospedale che all’esterno. Si apre la caccia all’uomo, inseguimenti e pestaggi al grido di “comunisti bastardi, vi ammazziamo tutti”; una decina di compagni vengono gravemente feriti: 40 punti di sutura sul viso, denti rotti, teste aperte, facce sfigurate e sangue dappertutto.
Molti vengono ammanettati e picchiati duramente, compaiono addirittura mazze da baseball, tubi di ferro ed estraibili, alcuni vengono portati in Questura e denunciati a piede libero, altri gettati in strada a qualche centinaio di metri dal S.Paolo, altri interrogati seduta stante. Lo scenario di questa notte rievoca le cronache dell’irruzione alla scuola Diaz a Genova 2001; la brutalità poliziesca che, da Napoli in poi, ricorre ai danni di chi pratica l’opposizione sociale. Più in generale, essa si associa alla repressione verso qualsiasi insorgenza di conflitto sociale. (http://www.inventati.org/sanpaolo/index.htm)

2005

27 agosto – Focene
Renato Biagetti
Nella notte tra il 26 e il 27 agosto, Renato Biagetti insieme con la compagna ed un amico escono dal «Buena Onda» di Focene dove erano andati ad ascoltare musica reggae. Un’automobile si affianca ai ragazzi: a bordo due individui che, abbassando i finestrini, si mettono a gridare: «E’ finita la festa? Sì? Allora ritornatevene a Roma, merde!». Più che di un insulto, si tratta di una vera e propria dichiarazione di guerra. Nell’abitacolo della vettura degli aggressori scintillano le lame. È a colpi di coltelli, infatti, che una volta scesi dalla macchina gli aggressori si avventano sui ragazzi. Paolo viene colpito e anche Laura è presa a pugni. Renato Biagetti, in modo particolare, è raggiunto al corpo da otto fendenti micidiali. Chi lo ha ridotto in quello stato scappa tentando di dileguarsi mentre, a soccorrere Renato, restano Laura e Paolo. Il ragazzo viene ricoverato in ospedale. Qui Renato riesce ancora a fornire a un carabiniere, giunto al suo capezzale, la sua ricostruzione dei fatti. Muore intorno a mezzogiorno.

Il caso di Renato Biagetti è particolarmente tragico ma tutt’altro che isolato. Un dossier compilato dopo la morte del giovane tecnico del suono raccoglie informazioni riguardanti ben 134 aggressioni a sfondo razzista, omofobo e fascista compiute a Roma e nel Lazio tra il 2004 e l’estate del 2006.

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